Per quanto riguarda la salute parodontale, all’età di 4 anni, circa il 3,56% degli individui presenta accumulo di tartaro, mentre a 12 anni circa il 47,81% presenta tessuti parodontali sani, il 28,33% presenta tartaro e il 22,46% presenta sanguinamento al sondaggio. Queste statistiche sono al di sotto degli obiettivi di salute orale stabiliti dall’OMS per il 2010.
Quando si ha a che fare con un paziente affetto da malattia parodontale, l’obiettivo primario del dentista è arrestare la progressione della malattia e prevenire o ridurre la probabilità di recidive. Il trattamento della parodontite richiede un approccio globale che riconosca la natura multifattoriale della condizione. Questo approccio prevede procedure cliniche e trattamenti progettati per affrontare il problema in modo completo.
Il controllo dei fattori causali si ottiene attraverso la gestione della placca batterica sopragengivale (compresa l’igiene orale domiciliare, collutori, gel o paste contenenti clorexidina e desquamazione) e della placca batterica sottogengivale (tramite levigatura radicolare). Inoltre, se necessario, possono essere utilizzati farmaci locali o sistemici.
La gengivite colpisce principalmente il tessuto gengivale vicino al dente (gengiva marginale). I sintomi comprendono arrossamento dei margini gengivali, gonfiore, sanguinamento se sottoposto a stimoli meccanici e occasionali aumenti di volume. Questi sintomi sono completamente reversibili con un trattamento adeguato.
In Italia la malattia parodontale colpisce circa il 60% della popolazione, di cui circa il 10% presenta forme avanzate. Particolarmente colpita è la fascia di età tra i 35 ed i 44 anni. L’eziologia della malattia parodontale, che comprende gengivite e parodontite, è principalmente batterica e multifattoriale, influenzata dalla suscettibilità dell’ospite, da fattori ambientali e da fattori comportamentali. Sebbene la placca batterica sia una condizione necessaria, la sua interazione con l’ospite gioca un ruolo essenziale.
Numerosi fattori locali e sistemici, come il diabete, possono influenzare il decorso clinico di queste condizioni.